“Chi scava una fossa vi cadrà dentro, e chi rompe un muro sarà morso da un serpente.”
(Ecclesiaste 10:8)
Viviamo in tempi in cui si è spesso tentati di ottenere risultati rapidi, anche a costo dell’integrità. In un mondo dove l’astuzia sembra premiare più della giustizia, e la verità viene piegata al tornaconto personale, questo verso del libro di Ecclesiaste suona come un avvertimento ancora attuale e potente.
Le trappole del cuore
Il passo ci mette davanti a due immagini molto forti:
- Chi scava una fossa – ovvero chi trama nell’ombra per danneggiare altri
- Chi rompe un muro – chi infrange limiti, confini o protezioni con leggerezza o arroganza
Entrambi finiscono vittime delle proprie azioni. Non si tratta solo di conseguenze naturali, ma di un principio spirituale profondo: il male che compi, spesso ti torna addosso.
Quante volte abbiamo visto questo accadere? Nel lavoro, nei rapporti, nella vita pubblica… persone che cercano di screditare gli altri e finiscono screditate. Chi rompe la fiducia, e poi si trova solo. Chi distrugge relazioni per egoismo, e raccoglie amarezza. Tutto ciò che seminiamo… lo raccoglieremo.
“Non vi ingannate: Dio non si lascia deridere. Ciò che l’uomo semina, quello pure mieterà.”
(Galati 6:7)
Rompere i muri… e scoprire i serpenti
Il “muro” nella Bibbia è spesso simbolo di protezione, ordine e limiti stabiliti da Dio. Quando decidiamo di ignorare o abbattere questi muri — morali, spirituali, familiari — potremmo liberarci, sì… ma anche esporci a pericoli che non avevamo previsto. Come un serpente nascosto, le conseguenze si rivelano dopo, improvvise e dolorose.
“Guai a chi chiama bene il male e male il bene!”
(Isaia 5:20)
Rompere ciò che Dio ha costruito intorno a noi non è segno di forza, ma di imprudenza. Ed è un avviso per ognuno di noi: le regole di Dio non sono catene, ma protezioni.
Quando il male ritorna
La Bibbia è piena di esempi di questo principio. Ecco alcuni tra i più chiari:
- “Chi scava una fossa vi cade, la buca che ha fatto gli si apre davanti.”
(Salmo 7:16) - “Chi tende una trappola al prossimo, vi cadrà dentro.”
(Proverbi 26:27) - “Chi semina iniquità raccoglie rovina.”
(Giobbe 4:8)
Nel Nuovo Testamento, Gesù conferma la stessa logica spirituale:
“Tutti quelli che mettono mano alla spada, periranno di spada.”
(Matteo 26:52)
Dio è giusto. Non si compiace del male, e alla fine ciò che si è fatto nel segreto verrà alla luce (Luca 8:17).
Camminare nell’integrità
In mezzo a tutto questo, la vera sfida per chi crede è scegliere la via della giustizia, anche quando sembra più lenta, meno riconosciuta o persino derisa. Perché Dio guarda il cuore e sostiene chi cammina nell’onestà:
“Il frutto della giustizia sarà pace; e l’effetto della giustizia, tranquillità e sicurezza per sempre.”
(Isaia 32:17)
“Il Signore è il mio rifugio e la mia fortezza.”
(Salmo 91:2)
Quando scegliamo di non scavare fosse per gli altri, di non rompere muri con leggerezza, e di seminare pace, verità e amore, possiamo confidare che Dio sarà dalla nostra parte.
Ecclesiaste 10:8 non è solo un proverbio antico. È un monito attuale, un invito alla vigilanza, un richiamo a vivere nella luce di Dio. La Scrittura ci ricorda che non esiste giustizia più profonda di quella che nasce dal cuore di Dio: chi semina nel bene, raccoglierà benedizioni. Chi trama nel male, finirà nella trappola costruita con le sue stesse mani.
Che il Signore ci aiuti a vivere con rettitudine, senza paura e con la certezza che chi fa il bene non è mai solo.
📖 Versetti per la meditazione personale:
- Ecclesiaste 10:8
- Galati 6:7-8
- Salmo 7:16
- Proverbi 26:27
- Isaia 5:20
- Matteo 26:52
- Giobbe 4:8
- Isaia 32:17
- Salmo 91:2